Testi Critici

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M.Cesarini

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Su più solida barca

di Bruno Cantarini (1992)

Le piccole sculture in bronzo che Paolo Soro, con fine manualità, modella prima sulla cera, narrano fondamentalmente un tema senza tempo (perché di tutti i tempi)e dalle dinamiche profonde (in quanto attaccato alla radice dell'essere): il dramma esistenziale del rapporto fra l'uomo ed il proprio destino, della domanda - mai quieta - sul significato ultimo di sé e del mondo. A proposito, già nel Fedone, cosi affrontava la questione Platone: “Su questo problema non c'è che una sola cosa da fare di queste tre: o apprendere da altri come stanno le cose; o scoprirlo da sé; o, se ciò è impossibile, accogliere la migliore e la meno contestabile delle idee umane, e su questa lasciarsi trasportare come su una zattera, arrischiando così la traversata della vita; salvo che uno non possa fare il tragitto, con maggior sicurezza e con minor pericolo, su più solida barca, cioè con qualche divina rivelazione”. In questo viaggio sul mare dell'esistenza, Soro invia dunque imbarcazioni differenti: dalla snella nave d’Ulisse - infaticabile nocchiero delle mille traversate a seguir “virtute e conoscenza” - alla mitica arca, sospinta per grazia alla salvezza dall'ala divina. E' su questa che l'artista idealmente s’imbarca, conducendo finalmente ad unità i tanti volti che, sulle terre d'approdo, s'aggirano, consumati dalla domanda ineludibile che brucia dentro: eroi e antieroi, angeli e demoni, Don Chisciotte e Alce Nero, Abramo e Parsifal: cavalieri tutti del Nulla o dell’Eterno. Queste esili, affascinanti opere scultoree, concentrano in se stesse la polvere di tempi arcani, fanno baluginare il trascorrere della storia, rivitalizzano - per echi suggestivi- forme e culture ataviche, e la patina verdastra che talvolta le avvolge sembra indicare la certezza d’immortalità che vivifica l’anima dell’artista. Nei disegni, poi, e soprattutto nelle incisioni, l’idea bozzettistica prende invece consistenza enorme nel segno, dove linee di forza intense e graffianti delineano figure di estrema secchezza ed incisività.In queste carte Soro evidenzia la sua bella capacità sintetica, la facilità nel dar corpo immediato all'intuizione, la duttilità espressiva: ogni segno è un segnale di percorso, proposta direzionale; ancora, soprattutto, ogni segno concentra e dilata energia, pronta a forgiare, matericamente, nuovi, antichi simboli