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M.Cangiotti -S.Grygiel
-M.Bignardi -S.Cuppini -M.Sguanci -L.Bravi
-B.Cantarini -B.Ceci-M.Pasqualone
M.Cesarini |
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di Bruno Ceci (1985)L'interrogativo che Filiberto Menna rilancia in un recente scritto ".L'Artista e la storia dell’arte", cioè se il presente può essere vissuto senza una intenzionalità in qualche modo aperta sul futuro, coglie certamente l'imbarazzo di quanti, soprattutto giovani, stentano a ritrovarsi nel presente panorama artistico, che tendenzialmente sembra fare dell'arte il luogo dove sempre meno le problematiche artistiche improntano, il linguaggio figurativo, ma l’atelier sofisticato dove si confezionano raffinati modelli e schemi. Al contrario il rapporto critico con il presente comporta necessariamente la rimozione di codici acquisiti per liberare il linguaggio verso le dimensioni dell'imprevisto e del fantastico. In questo senso credo che la ricerca di tanti giovani artisti vada configurandosi verso nuovi contesti linguistici, la conferma lampante i lavori di Soro Paolo e Rocco Natale che riflettono una situazione in movimento che l'Accademia, per quanto le compete, ha tutt’altro che stigmatizzato, ma assecondato ampliando il già vivo dibattito interno con l'apporto di critici e artisti autorevoli, e nella disponibilità del corpo docente ad elargire la propria esperienza per capire, vivere e produrre con l'allievo, nel pieno rispetto della sua individualità. In un rapporto dialettico dove le parti concorrono liberamente, ma non confusamente, a generare contenuti nuovi. E' indubitabile che di questo retroterra culturale vivacissimo l'opera plastica di Soro si è avvalsa pur seguendo un suo preciso itinerario artistico che lo ha portato a raggiungere una fase espressiva compiuta. Tale ricerca, pur ripudiando la figurazione tradizionale, avverte ancora la necessità di iconicizzare attraverso forme estremamente traslate il proprio spazio, esocosmo in cui l’uomo/uccello si libra in volo. Tematica non nuova nella storia dell'arte soprattutto se messa in relazione alle tante varianti dell'"Uccello nello spazio" di Brancusi; e l'artista rumeno è stato sicuro referente nella formazione di Paolo, pronto a sottoscrivere senza riserve quanto Brancusi ha detto: "Per tutta la vita non ho cercato che l'essenza del volo. II volo, che felicità!". Tematica del volo, e quindi poetica del ferro e di materiali eterogenei informano una serie di lavori visualizzati nella loro prospettiva dinamica, da un Icaro del XX' secolo colto nell'atto di slanciarsi nel vuoto al salto saettante di un atleta, all’aereo volo di uomini/uccello, alla ricaduta perpendicolare e armonica di un tuffatore, riportata altresì in pittura con esiti di sottilissimo decorativismo. Opere che parlano da sé, così aperte ed esplicative che rifuggono da prevaricazioni e proclami, ciononostante mi azzardo ad attraversare i passaggi più qualificanti. Le figure che saettano come segni - forza lo spazio, inquietandolo, risultano essenzialmente traslate e vivono in funzione delle loro pose e dei loro slanci, figure come vettori, vive cioè nel gettarsi in un atto quintessenziale.. E questa loro condizione esistenziale, le libera da ogni pesantezza plastica rendendole delicate sagome aeree, create per l'aria e la luce degli spazi infiniti. Gli stessi supporti esultano dal loro limite funzionale, integrandosi quali elementi essenziali del sistema formale. L'uso preferenziale di materiale forgiato nella realizzazione dei supporti si amalgama felicemente con la ceramica delle figure, in presenza di una manualità artigianale sempre molto curata. L'apporto del colore è più marcato e vario nelle realizzazioni pittoriche, dove si avverte la necessità di creare sensazioni tattili, in particolare nelle marcate linee di contorno e nell'uso del chiaroscuro, per supplire alla bidimensionalità della tela, mentre le "sculture" riflettono le tinte dei materiali lavorati. Se l'intento di Paolo era quello di comunicare con la sua poetica l'urgenza di uscire dalla propria esperienza individuale ed aprirsi a valori universali, insegni per tutti il Leopardi del "Elogio degli uccelli", ritengo che vi sia riuscito a pieno titolo e con merito obiettivo.
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