Testi Critici

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M.Cesarini

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Gli sguardi esistenziali di Paolo Soro.

di Massimo Pasqualone (2018)

(testo per la mostra "Orizzonti Possibili", fortezza di Civitella del Tronto)

Per La fortezza dell’arte, nelle prestigiose sale della Fortezza Borbonica di Civitella del Tronto, ho pensato di invitare Paolo Soro, già docente di tecniche di fonderia all’Accademia di Belle arti di Perugia e attualmente docente di Tecniche di Fonderia presso l'Accademia di Belle Arti di Urbino. In questa mostra, dal titolo "Orizzonti possibili", l’artista ci presenta molte opere patinate a "ruggine", sia autentica che pittorica, intesa come metafora dell'esistenza umana. L’indagine dello scultore sardo è intesa, infatti, ad un disvelamento della condizione umana, che sempre più si rivela coperta dalla ruggine delle convenzioni economiche e sociali e che forse solo l’artista, il vero artista, riesce a leggere in profondità, e lo può fare perché l’artista, questo artista, vive il tempo della felicità e della malinconia, il tempo del dolore e della gioia, il tempo della vita attraverso il fare dell’opera dell’arte, perché l’opera d’arte da un lato si fa, si realizza concretamente, dall’altro si pensa, in quanto pura concettualità, idea, dialettica tra forma e contenuto e per questo la missione dell’artista è esigente e per questo l’opera d’arte, ci dice Umberto Saba, è sempre una confessione, è uno svelamento, è un togliere, appunto, la ruggine. Del tempo, della storia, della vita. Tesa tra drammaticità e singolarità, l’esistenza umana si legge solo attraverso miti e riti essenziali, correlativi oggettivi come la presenza, in talune opere, di un uovo dorato come elemento che richiama ad un simbolo della vita (la doratura o l'oro in alcuni pezzi diventano elementi di luce in contrasto alla ruggine e alla metafora a cui viene legata). Davvero la vita umana vive, da sempre, il bipolarismo della tristezza e della gioia, affronta, come alcune opere ci mostrano, il mare dell’esistenza, in cerca di approdi saldi e sicuri. L’analisi di Soro è di tipo artistico-sociale, intendendo l’arte come impegno e missione, come scandaglio di questo grande mistero perché, con le parole di Simone De Beauvoir, “Esistere, è osare gettarsi nel mondo.” Sempre e comunque!